E’ di ieri pomeriggio la devastante notizia. Un padre che ha perso la sua battaglia nel più tragico dei modi.
Un padre che ha lottato incessantemente per il suo piccolo angelo. Intrappolato in un conflitto di interesse da parte di una madre che si è opposta in ogni modo alla battaglia di questo padre che voleva solo il meglio per questo figlio, già affetto da problematiche serie per via della sua disabilità. Ucciso dalle istituzioni, dai servizi sociali, da una madre che ha messo il suo interesse davanti alla salute di suo figlio, dai giudici e tutte le figure istituzionali che si sono rifiutate in tutti i modi di riconoscere le gravità costantemente denunciate da Leopoldo.
Vite spezzate, cuori strappati, guerre disputate nelle aule dei tribunali, attanagliate dalla disperazione che il sistema infligge a migliaia di famiglie, distrutte da un dolore inenarrabile.
Oggi il cielo diventa nero, le parole raggelano, il cuore si ferma.
Non è possibile continuare a combattere contro questo muro di gomma, contro un tribunale che si rifiuta a prescindere di riconoscere che questo sistema, messo da loro stessi in atto, è un vero e proprio OLOCAUSTO BIANCO.
Con la complicità di tutte le figure preposte, ogni giorno, si consumano drammi che fatichiamo anche a raccontare, nell'assoluto silenzio della stampa nazionale, anch'essa complice di questo abominio che ogni giorno si compie nella più totale indifferenza del popolo italiano.
C’è la necessità di avere giustizia, attraverso un’autopsia giudiziaria, per stabilirne cause e responsabilità, il bisogno di far sentire a questa famiglia la vicinanza e l’umanità che avrebbe dovuto evitare che tutto ciò accadesse.
Il nostro appello è quello che il paese si desti, che si ribelli a tutto questo dolore che viene inflitto ogni giorno alle famiglie italiane. Che gli organi preposti prendano coscienza e che si inneschi un ideale di giustizia che ripristini uno stato di diritto che possa risollevare le sorti del paese.
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