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CUORI STRAPPATI


Nella terra rossa dell’Emilia Romagna ancora una volta i servizi sociali attanagliano una famiglia cercando di strappare loro il bene più prezioso che un uomo e una donna mettono al mondo per realizzare un sogno chiamato famiglia.

Dopo un incidente l'uomo presenta una psicosi dovuta al trauma non curato adeguatamente, Anna, incinta del terzo mese assiste ad una lite fra nico e la madre che sfocia in una denuncia.

Da quel giorno sono spariti i sogni di Anna e Nico, una giovane coppia, che dopo circa 6 anni ci raccontano la loro vicenda e cosa li ha condotti alla difficile decisione di abbandonare l’Italia.




Qual’è la tua storia?


Come in ogni famiglia io e il mio compagno Nico cercavamo di mettere giù le basi per una vita insieme, cominciando con la ricerca di un lavoro stabile, purtroppo Nico ha molte difficoltà nel trovare un'occupazione al punto di influenzare anche il suo umore.

Un giorno dopo l’ennesimo colloquio di lavoro andato male, nico ha un'accesa discussione con sua madre dove ne nasce una lite furiosa al punto che la madre di nico lo denuncia (lite provocata dalla madre sotto consiglio di uno psichiatra per poi far partire la denuncia e obbligarlo al TSO) così inizia il periodo più brutto della nostra esistenza.

Dopo la denuncia venne attivato il TSO (trattamento ospedaliero obbligatorio) mentre io ingenuamente per restargli accanto mi sottopongo ad un trattamento ospedaliero volontario, informando, ovviamente del mio stato di gravidanza, vengono quindi allertati i servizi sociali.

Abbiamo cominciato un percorso insieme ai servizi sociali dove pensavo e credevo in un aiuto per il mio compagno, facendogli cominciare un piccolo impiego come scaffalista al conad e andando a degli incontri con il SERT(percorso concluso in 30 giorni dichiarato sano).

Il servizio sociale con noi ha svolto un lavoro diabolico e meschino, cercando di allontanarmi da Nico, al punto che alla nascita di nostra figlia Samy hanno collocato me e la bambina in una struttura a Fiorenzuola, struttura sporca e inadeguata per una neonata.


Sono entrata in un forte stato di ansia a causa della preoccupazione per Nico e per la bambina, piangevo molto spesso, questo è bastato per far decidere ai servizi sociali di non essere una madre responsabile allontanandomi dalla bambina.

Non ho mai mostrato incuria verso mia figlia, i miei pianti erano solo dovuti ad una situazione dove ero costretta ad accettare cose che non volevo fare.

Il decreto del tribunale mi dava la possibilità di vedere la piccola Samy ogni 15 giorni con incontro protetti, dove la bambina arrivava con unghie lunghe, vestiti e scarpine logore e piena di morsi di insetti.

Successivamente il giudice ha disposto gli incontri liberi, ma questi incontri non ci sono mai stati al punto che il servizio sociale depositava false relazioni e non sosteneva la nostra genitorialità, in breve tempo hanno fatto sì che sia io che il mio compagno perdessimo la potestà genitoriale, non vedendo mai più nostra figlia Samy.

Qualche anno dopo sono rimasta incinta di nuovo e la paura e rientrata nelle nostre vite, non sappiamo né come né chi, fatto sta che il servizio sociale e venuto a conoscenza della mia gravidanza cominciando una vera e propria persecuzione, con appostamenti sotto casa con tanto di citofonate oscurando la telecamera.

Io e Nico vivevamo nel terrore non solo per la mia gravidanza e la paura che ci venisse portato via un altro figlio, ma anche perché lo stato di salute di Nico non migliorava ( durante il ricovero era stato dichiarato come psicosi depressiva).

Abbiamo dovuto prendere la decisione più assurda della nostra vita decidendo di andare a vivere in Romania, dovevamo proteggere ciò che ci era rimasto, non potevamo accettare che anche questa volta avessero la meglio.

Siamo partiti, con il cuore a pezzi, lasciando anche i miei genitori (ora ho solo mia madre in Italia visto che mio padre ci ha lasciato quest’anno per covid-19), qui in Romania e nata nostra figlia Taby e anche Nico ha trovato la cura per la sua malattia....”pensa basta un'iniezione al mese”.

Qui stiamo cercando di ricostruire il nostro futuro sapendo che alla nostra famiglia manca Samy, non ci hanno dato la possibilità di essere i suoi genitori, non sappiamo dove sia,come stia e non hanno nemmeno preso in considerazione l’affidamento presso un familiare, attualmente mia madre continua a chiedere al servizio sociale di poterla vedere ma la risposta è sempre un NO !!


Che messaggio vuoi lasciare ?


Voglio dire che nulla ci impedirà di cercare nostra figlia e che mai nessun genitore si dovrebbe trovare in una situazione del genere, non lo volevo per noi e non lo desidero per gli altri.

Ad oggi voglio solo sapere dove si trova mia figlia lasciando un messaggio a chi vi legge “non vi arrendete mai” noi di sicuro non lo faremo!


Se posso vorrei lasciare un messaggio “A mia figlia”


Samy sappi che mamma e papà non si sono dimenticati di te, chissà come sono i tuoi occhi, le tue manine,i tuoi capelli e chissà se ti hanno raccontato di noi.

Non smetteremo di cercarti sei nostra figlia, continueremo a lottare per te e costruire un futuro per te e la tua sorellina.

Non passa giorno che non ti pensiamo…

Samy non ti abbiamo abbandonata…. ti hanno strappata via da noi.

mamma e papà ti cercheranno sempre


di Ornella Testa
















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