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Maricetta Tirrito: il codice rosso e la violenza sulle donne

Una Donna: Maricetta Tirrito

Attivista nel sociale e Presidente dell’Associazione Laboratorio Una Donna.

L’abbiamo vista lottare tra le aule di giustizia contro Cosa Nostra, per le Donne Vittima di Violenza, per le fasce più deboli e per i Bambini Strappati. A servizio della comunità di Ardea (RM) Sempre attiva nel sociale.

Vogliamo affrontare con lei uno dei temi più discussi, per via della mala giustizia e la strumentalizzazione della Violenza Contro le Donne, diventata un’arma a doppio taglio tra procure e tribunali. Avendo contribuito direttamente alla stesura del Disegno di Legge Codice Rosso, promossa dal centro destra ed arrivata a concretizzarsi in questi ultimi anni, creando anche situazioni paradossali ed incresciose, per via dell’abuso che se ne fa da parte di alcune donne sedicenti vittime, mosse in realtà da vendetta personale che si trincerano dietro un Must che le vede tutelate a prescindere secondo alcuni.

Dottoressa Tirrito, cosa può dirci riguardo il DDL Codice Rosso?

C’è sicuramente mala applicazione e strumentalizzazione sia del tema che della Legge in sé, è un’arma a doppio taglio, tanti giudici non lo applicano nelle tempistiche dovute, declassandola e sottoponendola, quindi, ai tempi biblici della giustizia italiana. Garantendo che nei mesi che intercorrono, queste violenze vengano perpetrate e che raggiungano, in alcuni casi, gli effetti più estremi.

C’è però il tentativo di buttarla in caciara da parte di alcuni uomini che, hanno capito come funziona, quindi si riservano ogni tipo di ignominia pur di passare da vittime innocenti di un sistema che tutela la controparte. Idem per alcune donne che ne abusano, causandone poi una decadenza a livello giuridico per cui altre storie vere, non sono trattate con le dovute tempistiche, pagandone lo scotto.

Sono talmente strette le maglie delle indagini che, in assenza di riscontro, il tentativo cade subito e durante l’accertamento delle condizioni di pericolo le evidenze sono immediate. Laddove non c’è reale minaccia o lesioni che provano la violenza il procedimento viene arrestato.

E più difficile che passi il codice rosso, dando motivo di temere per la vita, per colpa di alcune che ci marciano aumentando effettivamente il rischio che altre denunce, reali, vengano trattate come normali diatribe familiari dove in realtà si consumano dei drammi irrimediabili

Ho contribuito personalmente alla prima stesura del disegno di Legge, trattato poi dalla Ascari come relatrice, l’obiettivo era comunque riuscire a limitare proprio questo atteggiamento di abuso, è stato un passo avanti tutela delle donne ma non solo, è fruibile da parte degli uomini. Di chiunque sia realmente vittima di violenza e che vede la propria incolumità in imminente pericolo.

Si evidenzia una vera e propria Strumentalizzazione della Violenza sulle Donne, si ha addirittura la percezione che sia da collocare in una determinata corrente politica secondo lei?

In realtà è stata da sempre una battaglia di sinistra, ma la lotta contro la violenza di qualsiasi genere non ha colore politico, le femministe hanno creato un pregiudizio secondo il quale la lotta contro la violenza sulle donne era di sinistra e contro gli uomini, ma non è così. E’ una battaglia culturale che afferma il principio della non violenza verso ogni genere. E’ paradossale, quindi, il gol del centro-destra con questa azione, che ha reso un atto concreto a suffragio di tale problematica, da sempre centro del fanatismo ma che non ha mai realizzato nulla di efficace per combatterla davvero. Come sappiamo dobbiamo all’allora Forza Italia la legge contro la Infibulazione, la mutilazione genitale femminile, che ad oggi è riconosciuto come reato e poi la Lega, con la collaborazione di associazioni di categoria, promotrice del DDL Codice Rosso.

Oltre a combattere attivamente per i diritti dei minori e degli anziani, qual è l’attività sul quale è più concentrata?

Il Lockdown ha costretto le vittime di violenza a casa con i loro aguzzini, allora abbiamo capito che l’unico posto dove erano libere di parlare era il supermercato, quindi con la scusa di fare la spesa, potevamo raccogliere le loro denunce e noi, con dei point di raccolta alimentare, abbiamo potuto soccorrerle. Da Palermo a Milano c’è stato un incremento di denunce con un picco mai visto, attualmente altre 4 donne ed un uomo sono stati messi in sicurezza. Sommandosi alle altre migliaia di nostri assistiti come Laboratorio Una Donna. Garantendo loro un posto sicuro dove ricominciare a vivere.

Dottoressa Tirrito, come consuetudine, lasciamo l’ultimo spazio per un messaggio, quale sarebbe il suo?

Il mio è piuttosto un augurio a tutte le donne, quello di riuscire a trovare un equilibrio che ci consenta di non dover lottare sempre più di quanto debba invece fare un uomo.


Da donna devi comunque combattere contemporaneamente madre, moglie, figlia, Donna! Aneliamo da sempre di avere la capacità di riuscire a trovare la giusta dimensione per non doversi arrabattare tra le molteplici difficoltà. Di avere una società che ci sostenga e faciliti in qualche maniera e che renda davvero, questo, il Paese delle Pari Opportunità, non solo come baluardo di dogmi e battaglie di genere sterili, molto poco producenti dal punto di vista concreto delle nuove generazioni. Perseguendo maggiormente un ideale di giustizia più che della discriminazione di genere

Maricetta Tirrito

Sara De Ceglia


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