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PIUTTOSTO CHE ANDARE IN COMUNITA' VOGLIAMO MORIRE CON TE PAPA'

Basta, io ed i miei figli non ce la facciamo più!

Ho murato tutte le finestre di casa, sul tavolo ho già tutto il necessario per i bambini, se domani non fermano questo provvedimento io ed i miei figli ci buttiamo giù.

E’ la storia di Emanuele (nome di Fantasia) residente a Rozzano, nel milanese, rimasto solo con i suoi tre piccoli, dopo che la moglie ha lasciato il tetto coniugale per andare via per sempre, insieme a tutte le sue fragilità.

Lo spettro della tossicodipendenza e di una vita ai margini.

Intorno a Settembre diverse associazioni sono state allertate da questo papà che rischiava di vedersi portare via i bambini.

La tipica situazione di un servizio sociale che non assiste, non fa nulla per aiutare una famiglia dal punto di vista economico, che escluderebbe a prescindere le diverse problematiche che ne conseguono. Lasciato solo, in balia di un sistema che ogni giorno ti mette spalle al muro, tanto da provocare un’esasperazione che lo ha portato, assieme ai suoi bambini, alla decisione estrema di organizzare un omicidio-suicidio.

“I miei figli mi hanno detto che piuttosto che finire in comunità volevano morire con me” è quello che rivela a Veronica Ersilia Sansuini, presidente dell’associazione “Scarpette Bianche”.

Altri vocali, inquietanti, poi la vocina della bimba “Abbiamo messo il muro sulle finestre, tranne una”. Tutto ciò è bastato a Veronica per allertare, nel frattempo, la psicologa forense di Roma, la dottoressa Maria Barbarisi che a sua volta ha avvertito i vigili del fuoco.

Cercando di mediare con l’uomo la dottoressa, che tentava di temporeggiare, informa tempestivamente il legale di Emanuele.

Proprio lei, attraverso una video chiamata, si accorge degli psicofarmaci sul tavolo e delle condizioni dei piccoli che, a suo dire, avevano già assunto qualcosa, con lui era impossibile il dialogo, appare psicotico, allora lei si rivolge ai bambini che le dicono “Noi siamo pronti a buttarci” nessuna esitazione, con tono scherzoso la dottoressa gli dice “Ma va! Non saprai mica volare!!” Nota un particolare, la figlia di 7 anni mostra cenni di paura, si morde le labbra, lei ha capito che da quel gesto non si poteva tornare indietro.

La rete è stata meticolosa, tanto da riuscire a sventare appena in tempo questo atto disperato. Aveva predisposto tutto, persino il fornello che spegnendosi avrebbe prodotto il monossido di carbonio.

Il vigile del fuoco, da quell'unica finestra, si è trovato la bimba seduta sul davanzale della finestra, dalla porta è apparso il sindaco, allertato dagli stessi pompieri intervenuti sul posto.

Nella disperazione il padre ha brandito un coltello ma i soccorritori hanno sedato la situazione appena in tempo. Pare che non ci sia stato nessun ferito.

Attualmente i bambini sono stati ricoverati nel reparto di pediatria, per il presunto avvelenamento. Mentre Emanuele è in stato d’arresto in attesa di giudizio. L’appello è sempre lo stesso, a questo governo troppo sordo rispetto allo stato in cui versa parte della popolazione, la famiglia va protetta, assistita e tutelata.

Questo invece è il risultato di quanto deprecabile sia il sistema che troppo spesso porta a questi gesti estremi.

Sara De Ceglia



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